Piacere mi presento

DALLA PREFAZIONE

Il libro “Piacere, mi presento”, che a primo impatto può sembrare un diario, un amico silenzioso a cui si possono confidare i segreti quando non c’è nessuno che ti ascolti, non è altro che un viaggio, doloroso forse , ma ricco di vita vissuta che conduce alla riflessione personale, a un sentimento di affetto e paura che ciascuno degli esseri umani prova quando si trova di fronte ad una situazione nuova, quando tutto ciò che si conosce si scontra con una malattia sconosciuta e l’impotenza di fronte ad essa. Daniela Moreschini con il suo racconto – suddiviso in otto periodi (Prologo – Il Sogno – Attesa – Accertamento d’identità – Il film della vita – Confessione volontaria – L’incubo – Epilogo), melanconicamente autobiografico, vuole condividere con il lettore un percorso personale fatto di incomprensioni e di paure e prendendolo per mano gli illumina, con umiltà e un “cuore bambino “ la strada che può condurlo alla conoscenza .
L’autrice ne ha molte cose da dirci e lo fa con acume ed efficacia, puntando dritto al tema oggetto del suo messaggio – tra rinvii, echi e leve evocative – l’io narrante sa come andare al di là dei fatti e, con la sua sensibilità ne favorisce la condivisione per arrivare al cuore stesso del lettore. Come intende farlo? Quasi ispirandosi alle parole che Trilussa scrisse nella sua poesia “La Fede”, “…se la strada nun la sai/ te ciaccompagno io, Che la conosco….”, Daniela Moreschini, seguendo l’impulso di guardarsi dentro, dà voce ad un dramma personale e attraverso le pagine di “ Piacere mi presento” affronta i fantasmi del passato.